Via delle Zoccolette, storia di una delle strade più curiose di Roma


Qualcuno, benevolmente, attribuisce il termine “zoccolette” ad una specie di calzari, somiglianti agli zoccoli, utilizzati dalle orfanelle, ma molto probabilmente si riferisce proprio al termine romano che sta ad indicare la prostituta

Il toponimo di via delle Zoccolette deriva dalla presenza del Conservatorio dei Ss.Clemente e Crescentino, più comunemente conosciuto come Orfanotrofio delle Zoccolette, istituito “P(ER) LE POVERE ZITELLE ZOCCOLETTE”, come recita la targa situata sulla facciata dell’edificio: qualcuno, benevolmente, attribuisce il termine “zoccolette” ad una specie di calzari, somiglianti agli zoccoli, utilizzati dalle orfanelle, ma molto probabilmente si riferisce proprio al termine romano che sta ad indicare la prostituta, perché era opinione comune che queste, una volta dimesse dal conservatorio, non avessero altro destino che quello del marciapiede.

L’incisione presso Conservatorio dei Ss.Clemente e Crescentino

Naturalmente il Conservatorio nacque proprio con l’intento opposto, ovvero di porre in salvo l’onestà delle fanciulle, di dare loro una cristiana educazione e soprattutto di insegnare loro un mestiere (qui imparavano infatti a cucire, a ricamare ed “eseguivano pure lavori di lana e drappi detti fustagni, intessuti di lino e canapa”) che sarebbe tornato utile una volta che, maggiorenni, fossero uscite dal conservatorio.

Il Conservatorio fu istituito nel 1715 all’interno del grande complesso dell’Ospizio dei Mendicanti ed ancora oggi i due istituti si presentano ben distinti e separati. Osservando la facciata del complesso su via delle Zoccolette (nella foto in alto sotto il titolo) possiamo notare due corpi di fabbrica, uno a due piani e l’altro a tre piani: il primo, con ingresso al civico 16, era la sede del Conservatorio, mentre il secondo, con ingresso al civico 17, è la sede dell’Ospizio dei Mendicanti.

1 Iscrizione sopra l’ingresso del Conservatorio. Fonte: Roma Segreta

La facciata del Conservatorio conserva due iscrizioni qui apposte nel 1715: la prima (nella foto 1), situata sopra il portone principale del Conservatorio al civico 16, ricorda l’apertura di quest’ala per volere di Clemente XI: “CLEMENS XI PONT MAX PERICLITANTES PUELLAS PER URBEM COLLECTAS AC OLIM APUD VELABRU(M) INN(OCENTIO) XII P(ONTIFICE) M(AXIMO) IUBENTE LOCATAS UT AMPLIORIBUS SALUBRIORIBUSQUE AEDIBUS CUSTODIRENTUR HUC TRANSTULIT ANNO SAL(UTIS) MDCCXV PONTIF(ICATUS) XV”, ovvero “Clemente XI Pontefice Maximo, raccolte per la città le ragazze esposte a pericolo ed un tempo collocate per ordine del Pontefice Innocenzo XII presso il Velabro (ovvero la chiesa di S.Eligio de’ Ferrari), (le) trasferì qui affinché fossero custodite in un edificio più grande e più salubre nell’Anno del Signore 1715, 15° del suo Pontificato”.

2 Iscrizione sulla facciata del Conservatorio. Fonte: Roma Segreta

La seconda iscrizione (nella foto 2) ricorda l’approvvigionamento idrico del luogo, effettuato con l’Acqua Paola: “CLEMENTI XI P(ONTIFICE) O(PTIMO) M(AXIMO) QUOD HAS AEDES PRO AMPL(IORI) AC SALUB(RIORI) DOMICILIO PUELLAR(UM) PER URBEM COLLECTAR(UM) UNA CUM ALIQ(UA) QUANT(ITATE) AQUAE VIRG(INIS) ET 2/3 AQU(AE) PAULAE COEMERIT ET IPSAS AEDES PENE EXINTEGRO REFICI IUSSERIT ALTERAMQ(UE) UNCIAM CUM DIMIDIA EIUSDEM AQU(AE) PAULAE PROXIMO DE FONTE APUD PONTEM XYSTUM FLUENTIS PARI SUA LARGITATE DONAVERIT ALEX(ANDER) BONAVENTURA ARCHIEP(ISCO)US NAZIANZ(ENUS) EIUS A SEC(RETIS) ELEEMOSYN(IS) HUIUS LOCIS PRAELATUS IN PERP(ETUUM) TANT(ORUM) BENEFIC(IORUM) MONUM(ENTORUM) P(ONI) F(ECIT) ANNO SALUTIS MDCCXV”, ovvero “A Clemente XI Pontefice Ottimo Maximo, per aver acquistato questo edificio come luogo più grande e più salubre per le ragazze raccolte per la città, insieme ad una certa quantità di Acqua Vergine e 2/3 di Acqua Paola, e per aver ordinato che questo edificio fosse ricostruito quasi da zero e per aver concesso con la medesima generosità un’altra oncia e mezza della stessa Acqua Paola che scorre in prossimità della fontanapresso ponte Sisto, Alessandro Bonaventura, Arcivescovo di Nazanzio, suo Elemosiniere privato, Prelato di questo luogo, fece porre (questa pietra) a ricordo perenne delle tante opere benefiche nell’Anno del Signore 1715”.

3 Ospizio dei Mendicanti. Fonte: Roma Segreta

Al civico 17 è situato l’ingresso del grande complesso dell’Ospizio dei Mendicanti (nella foto 3), costruito per volere di Sisto V da Domenico Fontana nel 1587 come ricovero dei mendicanti. Riportiamo qui uno scritto dello stesso architetto: “In questa fabbrica vi sono saloni grandissimi e grandissima copia di stanze e appartamenti separati per le donne, per le zitelle, per li vecchi e per le fanciulle, e vi stanno con grandissima comodità, è luogo capace da potervi stare due mila persone senza dar impedimento l’uno all’altro, e al presente vi sono da seicento a tal volta mille e più poveri, e a tutti si provvede di mangiare, bevere, e vestire, e sono ben governati; a’ fanciulli s’insegna leggere, scrivere, e l’arte, e alle zitelle di cucire. Il luogo ha tutte le comodità di cantina, cucina e officiali che servono a quanto è bisogno

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