Tecnologie del passato per prodotti del futuro


Riassumiamo i punti principali dell’incontro tra gli artigiani della community e Veronica Testolini, che con il suo progetto di ricerca vuole dare spunti per i prodotti del futuro tramite il passato

Un incontro che ha visto il ritorno in scena di un rapporto molto importante: quello tra il mondo accademico e quello della produzione. Con “Tecnologie del passato per prodotti del futuro”, evento che si è tenuto ieri alla Sala Giuseppina della Gelateria Fassi, questi due mondi hanno instaurato un dialogo.

Tutto nasce dall’iniziativa di Veronica Testolini, archeologa sperimentale che dopo il dottorato a Sheffield ha deciso di mettersi in contatto con il mondo del saper fare italiano. Il suo scopo? Recuperare e applicare tecniche e tecnologie dimenticate.

Attraverso uno studio approfondito dei reperti, la ricercatrice ha ricostruito la “ricetta” alla base di diversi oggetti antichi. Una ricetta che spesso ha come ingrediente principale quello della sostenibilità, economica ed ambientale.

Questo ha portato Veronica a rivolgersi all’iniziativa Roma Artigiana & Creativa, tramite la Cooperativa FaròArte per il Made in Rome. Una realtà, questa che già da tempo era alla ricerca di un modello innovativo da proporre al mondo dell’artigianato, per fare rete e sopravvivere alle sfide dell’era digitale.

Durante l’incontro Veronica ci ha offerto un esempio pratico di come la ricerca archeologica può aiutare l’artigianato contemporaneo. Tempo fa, infatti, si è trovata ad osservare la produzione di alcuni vasi e oggetti in ceramica, molto costosi a causa del processo di colorazione della materia prima, che da rossa doveva diventare bianca.

La soluzione infatti era quella di applicare un’invetriatura con tre diverse cotture, dispendioso in termini di tempo ed energie.

Studiando la soluzione utilizzata durante il Medioevo dagli artigiani siciliani, Veronica ha scoperto che basta aggiungere del sale all’argilla per ottenere lo sbiancamento in una sola cottura.

Ma questo è uno solo dei molti esempi possibili. I prodotti del futuro potrebbero beneficiare largamente di espedienti di questo tipo.

Alcuni oggetti creati con tecniche del passato, illustrate dall'Architetto Nisio Magni

Non copie ma prodotti innovativi

L’idea proposta dalla ricerca di Veronica, non è quella di creare delle banali copie di oggetti passati, ma di rielaborarli. Il passato fornisce solamente gli strumenti per realizzare i prodotti del futuro.

Ecco perché il suo approccio non è quello di guidare l’opera degli artigiani secondo la sua ricerca. Al contrario è lo studio ad essere basato sulle esigenze e sulle suggestioni degli artigiani.

Suggestioni che sono arrivate subito da parte di alcuni dei partecipanti, già impegnati in lavorazioni che si ispirano al passato di Roma e di altri luoghi storici.

E’ il caso ad esempio di Alessandro Fagioli, che attraverso il Libro dei Cesari  ha recuperato una tecnica di soffiatura del vetro nel bronzo. O di Maurizio Ricci, già da tempo produttore di katane così fedeli alla tradizione originale da ricevere il plauso dell’Imperatore del Giappone.

L’idea alla quale si è arrivati è sostanzialmente quella di creare uno spazio di co-making, dove diverse competenze e materiali possano interagire. La base di partenza sarebbe la storia, ma il punto d’arrivo sarebbe l’innovazione dell’intero processo produttivo.

Continuate a seguirci per conoscere gli sviluppi di questo progetto dalle grandi potenzialità.

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