Prendendo spunto da un articolo del Corriere della Sera, riflettiamo sul rapporto tra start up e Made in Italy, tra tecnologia e tradizione.
L’Italia è casa di grandi tradizioni manifatturiere e di start up tecnologiche ramanti. Ad uno sguardo superficiale potrebbero sembrare campi tra loro separati e anche distanti, ma non è così. Entrambi i settori richiedono creatività, voglia di sperimentare e un certo grado di fatica. Perciò non ci stupisce vedere realtà in cui le Start up tecnologiche e le tradizioni del Made in Italy si incontrano.
Un articolo recente sul Corriere della Sera, a firma di Simona Regina ci presenta le cinque migliori start up che esaltano l’eccellenza del Made in Italy.
Al di là dei dettagli, presenti nell’articolo, vogliamo analizzare ciò che unisce queste start up, in che modo contribuiscono al Made in Italy e quali sono le potenzialità per il futuro.
La classifica del Corriere elenca nella Top Five realtà di tutta italia, dalla marchigiana “360° Storytelling”, alla campana “The Thinking Clouds”, fino alla sicula “Artificiale“, alla toscana “Virtualitaly” e alla cosmopolita “Visioni”.
Visioni: turismo e tecnologia
Cominciamo da una delle realtà più giovani, nata nel 2017, la start up di Marco Sajeva, ingegnere, ed Ernesta Di Caro, architetto, ha sviluppato l’App “BeMyGuest”. Si tratta di una reception online sempre aperta, utile ad alberghi, B&B e resort. Si tratta di una realtà che aggrega in una sola piattaforma tutto ciò che serve ad una struttura d’accoglienze per vendere i suoi servizi online.
Uno strumento utilissimo per promuovere ogni forma di turismo in Italia.
Artificial: arte pret-a-porté
“Artficial”, start up del 25enne Giorgio Gori, Davide Sher ed Erika Valenti, diffonde l’arte attraverso tecnologie di stampa 3D in fibra di mais. Tali copie dei capolavori italiani sono estremamente utili sia nello studio, che vedrà riproduzioni tridimensionali e non più foto, sia nell’ambito dell’arredamento di design.

Alcuni dei prodotti di “Artificiale” – fonte Il Corriere della sera.
Virtuitaly: una nuova didattica
Attraverso tecnologie immersive questa start up vuole creare percorsi scientifici e culturali a base di tecnologie interattive, che amplificano la capacità di fruizione dell’utente. Il loro scopo è creare un tipo di didattica divertente e interattiva, in grado di raccontare storia, arte e scienza in una modalità accattivante e al passo con i tempi.
The Thinking Clouds: genius loci digitale
L’idea dell’azienda beneventana è creare software di intelligenza artificiale per promuovere tour guidati con tecnologie interattive e dunque di far scoprire a turisti e amanti dell’arte, le realtà locali attraverso una tecnologia più completa della semplice audioguida.
360° Stroytelling: tra artigianato e realtà virtuale.
“360°Storytelling” è sicuramente la start up con cui sentiremo più affinità, si tratta infatti di una realtà che offre una vetrina mondiale alle botteghe artigiane.
Usando realtà aumentata, video e le tecnologie di ultima generazione, questa start up esprime un grande amore per la tradizione locale, e si propone come motore d’innovazione.
A settembre, inizierà la collaborazione con la storica Cartiera di Fabriano, che esplorerà la storia della carta tramite visori a realtà virtuale e aumentata. L’idea di unire artigianato e tecnologie nasce da Massimiliano Camillucci, informatico, Olivia Monteforte, artigiana e Federico Broncani, esperto di turismo.
Start up e Made in Italy: un grande potenziale
Cinque esempi questi di come la tecnologia possa essere una preziosissima alleata nella promozione di quelle realtà artistiche ed artigiane che, essendo piccole, possono faticare a mostrarsi ad un grande pubblico.
Il digitale, con la sua personalizzazione del mercato, può essere uno strumento per riportare in auge il consumo consapevole e il desiderio d’eccellenza.