Roma, Santa Maria in Trastevere si scopre dopo il restauro


L’intervento è durato circa 15 mesi ed è costato 400mila euro: pulite le superfici in marmo del settecento, il grande mosaico del XII secolo e gli affreschi ottocenteschi

Un applauso ha accompagnato il disvelamento della facciata di Santa Maria in Trastevere. “I trasteverini stamattina si sono radunati intorno alla fontana – racconta don Marco, il parroco – E nel vedere per la prima volta dopo più di un anno la loro chiesa senza ponteggi, si sono messi a battere le mani.

E io con loro per questa festa nostra e di tutta Roma”. I lavori sono durati 15 mesi. E sono stati realizzati con fondi della Soprintendenza speciale di Roma: “Grazie agli introiti del Colosseo, che in misura del 30% vengono dirottati sulla città, abbiamo potuto restituire ai romani la facciata con gli affreschi ottocenteschi ripresi nelle forme e nei colori dopo decenni di dilavamento”, ha detto il soprintendente Francesco Prosperetti.

I restauri sono stati eseguiti sotto la direzione di Elvira Cajano, dalle restauratrici di Roma Consorzio. E hanno riguardato tutte le parti dell’affaccio del monumento sulla piazza. Quindi, tutte le epoche, essendo San Maria un unicum per stratificazione dall’antichità di Roma alla Roma moderna.

Pulite sono state infatti le colonne romane di granito frutto del reimpiego medievale dopo lo spoglio delle terme di Caracalla; pulitura e consolidamento anche per le statue in travertino del Settecento, annerite dallo smog, che coronano il portico di Carlo Fontana; messo in sicurezza il mosaico che data dal XII secolo – vera perla di Santa Maria in Trastevere – con la Madonna e il Bambino tra le vergini sagge e le stolte, forse (in parte) opera di un gigante come Pietro Cavallini; infine, ma innanzitutto, è stato ridato corpo agli affreschi del 1863-1874 realizzati, in esplicito omaggio all’arte cristiana del medioevo, dal pittore Silverio Capparoni, su progetto di Virginio Vespignani e commissione di Pio IX.

Proprio le sacre figure ottocentesche del timpano e le vedute di Gerusalemme e Betlemme poste sui risalenti delle navate, erano quelle che più avevano sofferto per l’incidenza della pioggia dovuta, in particolare, al cattivo funzionamento delle canale di scolo, che sono state completamente sostituite.

“Ora è fondamentale il programma di manutenzione: il protettivo che abbiamo deciso di dare sulle parte originali dell’affresco e sulle reintegrazioni ad acquarello ha una durata limitata” sottolinea la direttrice dei lavori.

Fonte:  Roma Repubblica

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