Roma, il «Puff» di Lando Fiorini diventerà tempio della romanità


Grande festa per i 50 anni del teatro fondato dell’artista scomparso. Il figlio: «Oltre alla normale programmazione, in calendario spettacoli didattici, corsi di cucina e di storia della canzone popolare»

«Lando ci siamo tutti!». Era commosso Lino Banfi ieri sera sul palcoscenico del Puff quando, accompagnando un bacio verso l’alto con le mani, si è rivolto all’amico scomparso due mesi fa. E c’erano davvero tutti alla grande festa per i cinquant’anni dello storico locale di Lando Fiorini, ultimo baluardo del teatro romanesco. Oltre cento attori, dai colleghi degli esordi fino alle ultime generazioni di talenti della risata che hanno calcato le scene del suo café-chantant in salsa trasteverina.

La lettera di Pingitore

Da Leo Gullotta a Gianfranco D’Angelo, da Fioretta Mari a Maurizio Mattioli, Pino Insegno, Antonio Giuliani, Andrea Perroni, Gigi Miseferi, Pablo e Pedro, Roberta Albanesi, Ladyvette e tantissimi altri. Poi la famiglia, con il figlio Francesco che ne ha raccolto l’eredità artistica, gli amici del rione, il presidente del I municipio Sabrina Alfonsi, che ha commentato: «Il Puff ormai è un’istituzione a Trastevere, al pari della Festa de noantri». E anche chi non è potuto esserci fisicamente, come Pier Francesco Pingitore, ha voluto lasciare un segno del suo affetto con una lettera

Il figlio: «La mancanza di papà è forte»

«L’umore ancora non è quello giusto per parlare di festeggiamenti, la mancanza di papà si fa sentire molto forte – ha dichiarato Francesco Fiorini – ma lui aspettava con grande emozione questo cinquantennale e dunque non potevamo saltarlo. Lo abbiamo celebrato come avrebbe fatto lui, con tutti gli amici riuniti, una grande cena, la torta, il brindisi e uno spettacolo dal vivo, in questo luogo che è stato la sua casa e la sua vita».

Il nuovo progetto

Aperto nel 1968 con l’aiuto del fratello Ferdinando e dell’amico Enrico Montesano, il Puff di Lando Fiorini in cinque decadi ha prodotto 101 spettacoli, ospitato 10.013 repliche e 1.602.080 spettatori. Oggi continua la sua regolare attività ma è in cantiere una rivoluzione. «L’intenzione è quella di farlo diventare un vero e proprio tempio di una romanità in via d’estinzione – annuncia Francesco – aggiungendo alla programmazione serale una serie di attività diurne: spettacoli didattici per le scuole, corsi di cucina romanesca e di storia della canzone popolare. Papà ne sarebbe orgoglioso».

Articolo a cura di Natalia Distefano. Fonte: Corriere della Sera

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