Sempre più piccole imprese scelgono l’e-commerce per ovviare alla crisi Covid-19, ma come rendere le vetrine online a norma?
L’e-commerce ha un grande potenziale per le piccole e medie imprese, incluse quelle artigiane, che hanno così modo di mantenere un rapporto con i clienti, anche in tempi più difficili, come quelli che stiamo vivendo.
Ma non tutti sanno che, così come uno store fisico, anche uno online deve sottostare e a regole e leggi. Si deve infatti certificare l’affidabilità dei prodotti, del processo di vendita e la piena legalità a livello fiscale.

Ecco dunque tutto ciò che è necessario sapere per aprire un e-commerce che sia a norma di legge e pronto a vendere, secondo le ricerche del sito PMI.it.
Diritto di reso
Esattamente come nei luoghi fisici di vendita, i consumatori hanno il diritto di recesso e di reso, con il pieno rimborso dell’acquisto.
Ecco perché tale diritto deve essere assolutamente disciplinato in maniera esplicita nella sezione dei Temini e delle Condizioni d’uso.
Diverse piattaforme di e-commerce, come ad esempio Shopify, hanno una sezione dedicata in cui pubblicare tali Termini e Condizioni, che potranno quindi essere inseriti, modificati ed aggiornati in maniera flessibile.
Non fornire informazioni sul diritto di reso, significherebbe per il venditore dare all’acquirente la possibilità di essere rimborsato, senza alcuna giustificazione, entro un anno intero dall’acquisto.

La mancata pubblicazione dei Termini e delle Condizioni in toto, invece, può comportare l’esclusione da molti servizi di promozione sui motori di ricerca ed espone l’attività a contenziosi legali.
Sorge quindi spontanea una domanda: come formulare i propri Termini e Condizioni?
La soluzione più semplice è rivolgersi al proprio legale, ma in sua assenza è possibile accedere a diversi servizi online che per un prezzo modico permettono la compilazione di form che generano automaticamente il documento.
Tra questi segnaliamo Iubenda, LexDo e WonderLegal.
La Garanzia
Sempre all’interno dei Termini e delle Condizioni, dovrà essere presente una garanzia di conformità del prodotto.
Nel caso infatti, giunga un prodotto difettato all’acquirente, questi potrà chiedere la sostituzione del prodotto, la riparazione gratuita o il rimborso del prezzo d’acquisto. E’ di importanza vitale, quindi, disciplinare in maniera esplicita anche questo aspetto.
GDPR e Trattamento dei Dati
Il mondo online può essere pericoloso per i dati rilasciati dall’utente, specialmente nel caso di dati sensibili come quelli legati a pagamenti e transazioni.
Perciò una vetrina e-commerce che rispetti (e che vuole evitare cause legali) deve avere una Privacy Policy esplicitata e conforme con il GDPR, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali.
In particolare i siti e-commerce devono esplicitare il periodo di conservazione dei dati previsto, il diritto a sospendere il trattamento dei dati e quello a presentare reclamo al Garante della Privacy, nonché quello di ricevere ulteriori informazioni sul trattamento dei dati.
Sui cookies, invece, la normativa europea impone solamente di informare preventivamente gli utenti sulla presenza di cookies “di profilazione”, con un semplice banner, così come accade per qualunque altro tipo di sito web.
IVA: le differenze con i punti vendita fisici
L’IVA si applica con le stesse identiche percentuali sulle piattaforme e-commerce e diverse piattaforme permettono di calcolarla direttamente sul prezzo al pubblico.
Tuttavia nelle vendite online non c’è l’obbligo di certificazione fiscale tramite fattura, ricevuta o scontrino. Anche la fattura deve essere rilasciata solo quando richiesta esplicitamente dall’acquirente.
E-Commerce e Contributi Ambientali
Per coloro che si rivolgono ai mercati esteri, si applica il contributo ambientale, un’imposta che serve a compensare l’introduzione in terra straniera di imballaggi che andranno poi smaltiti.
Non tutti i Paesi Europei applicano questo tipo di contribuiti, ma nel caso si voglia vendere all’estero è sempre opportuno verificarne la presenza, l’importo e l’aggiornamento.