Pigneto: dopo tre anni ha riaperto il Cinema Aquila 1


Il regista Mimmo Calopresti sarà il direttore artistico: «Sono entusiasta del nuovo compito. Sotto la bella pensilina stazionavano gli spacciatori. Ora la riapertura accenderà le luci su un angolo abbandonato e lo proteggerà»

Il Nuovo Cinema Aquila riapre dopo tre anni. Finalmente la sala torna alla città, «e al suo quartiere, il Pigneto, che ha fatto di tutto per strapparlo all’abbandono», commenta il regista Mimmo Calopresti che sarà il direttore artistico della struttura.

L’inaugurazione è prevista per venerdì prossimo con il regista Guido Chiesa, l’attrice etiope Tezeta Abraham e l’attore Francesco Pannofino, da sempre sostenitore della sua riapertura. Durante l’inaugurazione Fulvio Risuleo presenterà in anteprima «Guarda in alto» il suo film d’esordio, alla presenza dell’intero cast.

L’entusiasmo di Calopresti

Entusiasta del nuovo compito Calopresti che assicura seguirà quotidianamente l’attività del cinema, «per un regista avere la possibilità di lavorare in una struttura che ha tre sale è una grande occasione. Anche di rapporto con la gente».

Un’opportunità che vuole condividere con la città e soprattutto con il quartiere, «vorrei che diventasse una sala di salvaguardia non solo per il cinema in difficoltà, ma anche per le persone, giovani ed anziane, in modo che abbiano un posto dove andare, per vedere un buon film, ma anche per conversare».

Si parte sabato 26 maggio con il 32° Festival del Cinema Latino Americano di Trieste. La rassegna si aprirà con il film La memoria de mi padre (Cile, 2016) del regista Rodrigo Bacigalupe Lazo, vincitore del Premio Miglior Film, per poi proseguire fino a venerdì 1 giugno. I film saranno quasi tutti sottotitolati in italiano e l’intera rassegna sarà a ingresso gratuito per il pubblico.

La restituzione al quartiere

A giugno inizia la programmazione cinematografica vera, tra i titoli c’è Blue Kids, opera prima di Andrea Tagliaferri, prodotto da Matteo Garrone. «Rimettiamo nel circolo della città non solo un cinema, ma luogo fisico, puntiamo a un posto di incontro e informazione che dia risposte che i circuiti cinematografici ordinari faticano a dare», spiega il vicesindaco Luca Bergamo.

«Quello della chiusura della sale è un problema enorme – continua Calopresti – che non danneggia solo il cinema, ma anche la comunità. Io vorrei che il Cinema Aquila fosse un luogo dove possano collaborare anche biblioteche, scuole, università». Calopresti vorrebbe aiutare i film che non hanno distribuzione ad arrivare in sala, «e offrire un luogo di qualità ad un ragazzo dove distrarsi dopo una giornata di studio».

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