La 57esima edizione del Salone del Mobile ha trasformato la città in un museo a cielo aperto che offre grandi possibilità per commercianti e cittadini. Nella Capitale un evento di questo genere potrebbe rappresentare un salto di qualità
È in corso in questi giorni a Milano – dal 17 al 22 aprile – la 57esima edizione del Salone del Mobile. La Design Week che ogni anno fa impazzire i milanesi e i tantissimi turisti che invadono la città. Perché al Salone è importante quello che avviene in Fiera (ed è qui che vengono gli addetti ai lavori e gli studenti di architettura e design), ma è ancora meglio ciò che succede in città: il Fuori Salone, con i suoi 1.372 eventi e i suoi 17 percorsi (nell’edizione 2018), va visto, e vissuto, almeno una volta nella vita.
I numeri della manifestazione sono impressionanti: l’edizione dello scorso ha generato un fatturato complessivo di 41,3 miliardi di euro, di cui 26,7 mld per quanto riguarda l’arredo (50% vendite su estero). 230 milioni, inoltre, è stato l’impatto economico sulla città, tra hotel, affitti, ristoranti e shopping, numeri che per questa edizione sono destinati a salire. 500 mila sono i visitatori attesi per l’edizione del 2018: mezzo milione di persone dall’Italia e dal mondo che per sei giorni invaderà la città.
L’Italia, del resto, è il Paese dove il design è nato. E Milano, da questo punto di vista, è la sua capitale. Nonostante la crescita in tal senso di molti Paesi, siamo ancora i secondi al mondo, dopo la Russia, per numero di aziende produttrici di mobili: ne abbiamo 4.800.
Ma i numeri non sono sufficienti a spiegare il fenomeno. Per una settimana intera, infatti, la città, con i suoi distretti del design, dal centro alle periferie, si trasforma in un museo a cielo aperto dove tantissime attività commerciali, non solo di arredamento, creano dei piccoli-grandi eventi per farsi pubblicità ed esporre la merce. Ma sono poi i grandi e piccoli brand del design, italiano e straniero, a fare la differenza, attirando i visitatori con tutte le ultime novità dell’arredo, che, grazie all’estro e alla creatività dei protagonisti, si trasformano in vere opere d’arte contemporanee.
Il tutto condito da party, aperitivi, vernissage, serate e performance quasi sempre divertenti e originali. E la nascita dei nuovi distretti del design hanno contribuito in modo sostanziale alla rinascita di alcune periferie, si pensi, ad esempio, al Lambrate District.
si potrebbe immaginare un grande evento artistico: una kermesse che faccia convergere a Roma artisti da tutto il mondo per esporre le loro opere nelle gallerie d’arte, nelle botteghe artigiane, nei negozi, nei locali e pure in mezzo alla strada
Il ritorno per Milano non è solo in termini economici, ma d’immagine: la Design Week, se ancora ce ne fosse bisogno, ha reso famosa la città in tutto il mondo, proiettandola su un palcoscenico internazionale e facendola percepire all’estero come la città d’avanguardia del Belpaese.
Potrebbe tutto ciò essere replicato anche a Roma? Assolutamente sì. Dio solo sa quanto la Capitale avrebbe bisogno di una manifestazione, un evento annuale che faccia parlare della città in tutto il mondo, e che attiri visitatori dall’Italia e dall’estero. Non che a Roma manchino i turisti, ma un conto è il turismo ordinario, importantissimo per numeri e giro d’affari, ma altra cosa sarebbe venire a Roma una settimana all’anno con la certezza di assistere a qualcosa di unico, che solo qui può accadere.
Per Milano il design è cosa facile, visto che è nato lì. Ma a Roma cosa si potrebbe fare? La festa del cinema, pur interessante, da questo punto di vista sembra un esperimento fallito per il semplice motivo che coinvolge pochissimo la città: tutto accade all’Auditorium e in pochi altri luoghi, tanto che per le strade della Capitale quasi non ci si accorge della sua esistenza.
Difficile dire che tipo di evento potrebbe coinvolgere i quartieri della città sul modello Design Week. Forse si potrebbe pensare a un evento “food”: una grande manifestazione sul cibo, che però, se realizzata male, rischierebbe di trasformarsi in una gigantesca sagra paesana. Oppure una fiera tecnologica, che possa ospitare le novità della tecnologia e della robotica. A riflettere bene, però, forse bisognerebbe puntare su una peculiarità della città. E allora sempre lì torniamo: all’arte e alle immagini. Così, visto il successo mondiale delle serie tv, ormai superiori anche al cinema, si potrebbe immaginare un grande evento sulle fiction, italiane e straniere: un festival delle serie tv dove presentare le novità dell’anno, italiane e internazionali.
Articolo a cura di Gianluca Roselli, continua a leggere su Formiche.net