Anche oBike saluta Roma, l’unica capitale europea senza bike sharing


Il vandalismo ha vinto: la società di Singapore ha deciso di lasciare Roma. La capitale italiana non offre le garanzie necessarie ai servizi free floating

È durata poco più di un anno l’avventura del servizio di bike sharing oBikein Italia. Giunta alle nostre latitudini a novembre del 2017, sta progressivamente smantellando la propria rete e ritirando le proprie biciclette da Roma e da diverse città italiane.

A farne le spese soprattutto i romani, perché dopo l’addio di Gobee, che lo scorso febbraio ha salutato definitivamente l’Europa, la capitale è sprovvista di servizi di bike sharing.

Sia oBike sia Gobee lamentano atti vandalici che rendono il parco biciclette inutilizzabile e troppo dispendioso. L’analisi del mercato, per quanto spiccia e cruda, è una sola: la domanda c’è, ma l’inciviltà la supera.

Quello della distruzione indiscriminata delle biciclette è un problema che riguarda gran parte d’Europa (qui la nostra analisi della situazione a livello continentale) ma, in altre capitali, le autorità competenti si sono sedute al tavolo con le aziende di bike sharing e hanno trovato soluzioni, a volte anche forzando la mano come nel caso di Parigi, laddove chi ha abbozzato l’intenzione di lasciare il mercato è stato richiamato ai propri doveri contrattuali.

A Roma le biciclette di oBike sono diventate proprietà di pochi, con persone che le incatenavano ai lampioni, ostacolando il flusso di free floatingcaratteristico dei mezzi condivisi. Altre bici sono state rotte, gettate nelle acque del Tevere o cannibalizzate.

Neppure Roma’N’Bike, il servizio di bike sharing pubblico capitolino, può soddisfare la domanda dei romani e dei tanti turisti.

Fonte: Wired

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