Le poesie di Eros Salustri


Eros Salustri è uno psicologo, insegnante di tecnica di restauro ligneo e poeta. Questa è la sua storia: tra artigianato, arte, poesia, e romanità.

Eros Salustri

“Il mio nome è Eros Salustri, sono nato e vivo a Quarticciolo-Centocelle da 60 anni e da alcuni anni vi ho anche creato e organizzato il mio luogo di lavoro. Sono uno psicologo ed un insegnante di tecnica di restauro ligneo. Nel mio studio-laboratorio svolgo il lavoro di psicologo ed una attività psicomanuale attraverso il laboratorio di restauro ligneo, cercando di far apprendere il passaggio dalle regole del lavoro alle regole della vita.

Come altri lavori quello del restauro richiede una serie di qualità personali che se non ancora ben sviluppate possono, attraverso questo lavoro, essere coltivate, come: la Conoscenza, la Pazienza, l’Osservazione, la Manualità, la Ricerca di una Soluzione, la Capacità di saper attendere. Quando apprendo le regole per svolgere al meglio il mio lavoro posso trasportarle nella mia vita, perché anche la mia vita, per poter essere vissuta al meglio, ha bisogno di sane regole, come nel restauro, per ottenere risultati soddisfacenti.

Potremmo così sentire la gioia di vivere; difficile da contattare nella organizzazione della nostra società attuale. Il passaggio delle regole del lavoro alla vita personale non è automatico. Dobbiamo mettere in gioco oltre l’aspetto razionale anche quello emotivo il quale ha, a mio avviso, maggiore influenza sulle nostre decisioni e sulle nostre scelte, nel bene e nel male. Per questo parlo di attività psicomanuale, dove l’allievo non frequenta il laboratorio soltanto per apprendere un lavoro ma per cogliere il più sentitamente possibile il dono che ci è stato fatto: Vivere. Spiegare in due parole come sono arrivato a svolgere e mettere insieme questi due lavori non è così semplice, posso dire che lo stimolo maggiore è il bisogno e il desiderio di Riparare, Migliorare, Sviluppare, Amare. Per poter svolgere al meglio qualsiasi lavoro è indispensabile l’amore.

Da giovane credevo nel valore della giustizia, esistendo purtroppo una ingiustizia così tanto palese. Ma l’ingiustizia che io sentivo era in grossa parte radicata nella mia rabbia, cresciuta all’interno del mio ambiente familiare, a tal punto di essere convinto che soltanto l’uso della forza potesse migliorare la nostra realtà sociale. Le esperienze vissute in campo sociale e politico, e nella vita personale, mi hanno portato a credere il contrario. Esperienze forti e dolorose, vissute anche all’interno di quattro mura di una cella, nella quale la Vita mi ha costretto a fermarmi per riflettere, cosa che avevo difficoltà a fare per paura di incontrare il mio dolore antico. Il mio divenire è indissolubilmente legato alle mie esperienze personali con le quali ho potuto mettere in gioco tutto me stesso, rischiando anche molto, ma ciò è servito a conoscere sempre più profondamente me stesso ed il genere umano e poter affermare oggi che la vera forza rivoluzionaria si chiama Amore.”

Ma Eros Salustri – come dicevamo all’inizio – oltre ad essere uno psicologo e un insegnante di tecnica di restauro ligneo è anche un poeta. La sua passione per la poesia nasce dalla volontà di trasmettere emozioni come fossero dei messaggi, testimonianze simboliche di esperienza di vita diverse, di un travaglio interiore che lo ha portato a mettersi in gioco e a confrontarsi con sé stesso più volte. Una meditazione continua che ha deciso di condividere con gli altri mettendo in rima il suo vissuto.

Ma lasciamo spazio nuovamente alle sue parole, presentandovi alcune poesie.


L’artigiano

L’artiggiano ariva a notte cò l’ossa tutte rotte,

quanno s’arza la matina,

ie fa male sempre a schina.

Ma perché st’artiggiano a scerto de lavorà che mano?

Forse proprio perché l’arte,

ie vive drento da quarche parte,

e l’uscita dalle mano e n’espressione viva dell’essere umano.

Quarche sordo n’po l’ hà fatto,

ca’ fatica e er sacrificio,

ma arivati a sto momento,

er dolore sta pianno er sopravvento.

Se volemo che quest’arte nu scompaia da sta tera,

armamose d’amore, dar core a le mano,

damose e damoie na mano a sto cavolo d’artiggiano!!


A culo callo

A televisione, a radio, li giornali, li cellulari,

internette, feisbuc, tuitte, instagramme,

er bombardamento è a piene mani,

‘n do te giri te giri trovi na cifra de ciarlatani.

Parleno , parleno dei probblemi der monno:

economici, sociali, de lavoro, de pensioni,

precariato e cassa ‘’ntegrazioni,

d’uguaianza, libbertà e immigrazioni.

Se te fermi pe u momento

e li guardi a uno a uno, nun ce né quasi nessuno

che ie manca mezzo nummero pe fa 31.

Allora er dubbio li t’assale: ma voi o conoscete che vordì sta male?

Che vordì nu ave un lavoro, che vordì nun vedè ’n futuro,

che vordì avè bisogno de cure e se nun c’hai du sordi ce mori pure?

No signori mia, a voi sta storia nun va preso e per momento nun ve pia,

perché cor conto ‘n banca state da sballo,

quindi sempre a culo callo!!


I superstiti dell’arte manuale

Er Domenico Modugno cantava:

“ semo rimasti in tre, tre somari e tre briganti…”

Guardanno a realtà dell’artiggiano,

semo puro rimasti con pugno de mosche’n mano.

Ortre alla scomparsa de “morti” colleghi dar mercato der lavoro,

quelli de noi rimasti, pe potè campa,

se semo messi a vennese puro ‘n po’ de dignità.

De conquiste ner campo der lavoro ne sò state fatte,

e tante se ne semo sudate,

ma oggi, pare, che nun se semo meritate.

Se ritrovamo a svenne er nostro sapere manuale,

nun c’avemo più er potere de ‘nsegnà quell’arte,

che c’è stata tramannata dai nostri padri,

dopo de noi, forse, ce resteranno e foto drento a tanti quadri.

Eppuro a Roma li turisti ce vengheno a vedè la storia,

attraverso er lavoro de tanti “ manuali “,

k’ hanno lasciato er segno der loro passaggio su sta tera,

un segno che nun è stata na chimera.

Morto se semo già perduto de quello che c’hanno tramannato,

provamo a mantenesse l’amore pe noi stessi

e pe st’ arte dar valore primordiale

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