La Mostra Internazionale fiorentina: una finestra sulla creatività di un mondo che unisce tradizione e tecnologia, punta all’economia circolare e lancia la proposta per proclamare Firenze ‘Città Creativa UNESCO Craft and Folk Art’
“L’artigianato è vivo ed ha un futuro, lo testimonia l’interesse dei giovani che partecipano ai nostri atelier, lo dimostra la partecipazione del pubblico a questa Mostra, che segna una ripartenza da zero, vale a dire dalla creatività tipica di quest’arte, che le cui radici affondano in una tradizione antica che si rinnova, e che costituisce una risposta sia al concetto consumistico dell’usa e getta che alla sfida ecologica”.
Incontriamo Paolo Penko, titolare di una delle storiche botteghe orafe fiorentine, mentre sta lavorando nel suo desk all’interno della Fortezza da Basso di Firenze, attorno ad uno di quegli oggetti d’arte che finiranno al Bargello o al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti.
La sua visione ottimistica – ci spiega – nasce dalla consapevolezza che nel mondo d’oggi c’è bisogno di qualità, d’eccellenza, di bellezza contro il degrado diffuso e chi possiede questo patrimonio d’arte fatta a mano, può e deve trasmetterlo, insegnandolo alle giovani generazioni: è un lavoro duro, che richiede studio applicazione e impegno, ma i risultati non mancheranno. Le sue parole, che a giudizio di chi scrive inquadrano il senso di una manifestazione qual è l’83ª edizione della Mostra Internazionale dell’Artigianato che si sta svolgendo a Firenze, trovano riscontro anche nelle considerazioni di altri suoi colleghi artigiani, di antica o nuova generazione, qui presenti. Vale la pena dar la parola ad alcuni di loro.
Giuliano Merlini è un maestro liutaio toscano a capo della Bottega Scuola per l’Artigianato Liutario con in mano il futuro professionale di una decina di allievi fra i 20 e i 30 anni. Espone i suoi violini costruiti interamente a mano in legno di abete e acero proveniente dai boschi della Val di Fiemme.
“Il nostro” – spiega – “è un lavoro meraviglioso e appassionante che premia i più talentuosi garantendo sbocchi professionali dal momento che Firenze è la seconda città in Italia, dopo Cremona, con il maggior numero di liutai”. Il costo di ogni singolo pezzo? “Si va dai 1200 euro in su fino ai 4.000 euro”. Una vecchia televisione anni Sessanta trasformata in una mini libreria, avanzi di parquet che diventano orologi, racchette da tennis vintage riutilizzate come specchi, vecchi vinili in svuotatasche: tutto riprende vita sotto le ‘mani d’oro’ di due giovani di Castelfranco, sotto titolari di un’azienda che produce insoliti complementi d’arredo.
Silvia Lai, creatrice di originali gioielli in argento, oro, rame e sughero ispirati alle forme arcaiche e simboliche della Sardegna dice: “Ogni conchiglia che raccolgo sulle nostre spiagge racchiude un segreto, una storia da raccontare alla quale cerco di dare una forma compiuta con le mie creazioni”.
Gioia Bravi e Mariangela Bibbo sono due giovani ragazze fiorentine con alle spalle studi di storia dell’arte e di moda, decidono di aprire in casa una sartoria artigiana dove disegnare, tagliare e cucire eleganti abiti in tessuti organici in seta, lino, cotone, 100% naturali. “Sono molto soddisfatta” –dichiara Gioia – “MIDA è stata per noi il primo banco di prova e devo dire che i risultati sono al di sopra di ogni aspettative. Le nostre linee hanno riscosso molto successo fra i visitatori e abbiamo venduto moltissimi capi casual e eleganti”.
”Tutto è partito dagli scarti di alcuni vasi creati per il banco di fiori itinerante di un amico” – così ci racconta Federica Fazi – “avevo iniziato a creare un anno e mezzo fa, per puro caso, i miei gioielli smaltati che ho portato in fiera, riscuotendo grande successo.Paola Anastasio, che è a capo di una bottega artigiana torinese con cravatte, foulard e tessuti vintage, dice di sé: “ho dato libero sfogo alla mia creatività realizzando eleganti fasce copricapo, turbanti, cerchietti, bracciali, pezzi esclusivi per donne sofisticate”.
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