Largo Argentina torna al suo splendore grazie alla donazione di Bulgari


L’area sacra degli scavi archeologici al centro di Largo Argentina tornerà nuovamente ad essere visitabile al termine di un intervento che ne predisporrà la musealizzazione sovvenzionato da Bulgari con circa un milione di euro

L’area sacra di largo Argentina sarà accessibile e visitabile per la prima volta in modo sistematico da romani e turisti grazie a un nuovo atto di mecenatismo culturale, con una serie di lavori e interventi che non turberanno la storica colonia felina che da anni abita il sito archeologico.

Una erogazione liberale del valore di 500.000 euro è, infatti, l’oggetto di una convenzione siglata tra Roma Capitale e Bvlgari che consentirà di effettuare una serie di interventi volti a una significativa valorizzazione del sito archeologico, presentati in un punto stampa organizzato sul posto dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, insieme all’amministratore delegato della Maison, Jean-Christophe Babin, al vicesindaco e assessore capitolino alla Cultura, Luca Bergamo e al sovrintendente capitolino, Claudio Parisi Presicce.

I scavi archeologici di Largo Argentina

La somma donata quest’anno andrà ad aggiungersi al residuo di 485.593,58 euro dei fondi elargiti per il restauro della Scalinata di Trinità dei Monti, così come previsto nella convenzione stipulata con la Maison Bvlgari nel 2014 in cui si stabiliva che gli eventuali residui sarebbero stati destinati ad altri interventi sul patrimonio culturale di Roma Capitale.

Il progetto per l’area di largo Argentina può dunque beneficiare di circa 1 milione di euro e prevede interventi che consistono nella costruzione e nel posizionamento di passerelle che consentiranno di percorrere l’area in sicurezza, nella musealizzazione di uno spazio attualmente adibito alla conservazione dei reperti e nella predisposizione di tutti i servizi al pubblico per consentire un’agevole fruizione del luogo.

L’ad di Bulgari Jean Christophe Babin

L’area di largo Argentina è il più esteso complesso di epoca repubblicana, ospita quattro templi romani che vanno dal IV al II secolo a.C. e custodisce il basamento di tufo della Curia di Pompeo, presso cui avvenne l’assassinio di Giulio Cesare il 15 marzo del 44 a.C. (le famose ‘Idi di marzo’), come narrato da Cicerone.

La Sovrintendenza sta attuando le procedure necessarie per la conclusione della fase progettuale e per l’affidamento dei lavori il cui termine è stimabile entro la metà del 2021. L’accordo siglato si inserisce nel più ampio programma di valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale della città di Roma.

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