“La gran struzzione d’adesso” di Giggi Zanazzo


Giggi Zanazzo, pseudonimo di Luigi Antonio Gioacchino Zanazzo, nacque a Roma il 31 gennaio 1860, morendovi il 13 dicembre 1911. Zanazzo è stato uno dei principali autori romani, a cavallo tra il 1800 e il 1900. Maggiormente noto per i suoi scritti in prosa – a volte un misto di prosa e poesia – e per le sue opere teatrali, Zanazzo fu anche un poeta.

Fra gli autori dialettali, Zanazzo viene annoverato come il seguace più prossimo di Belli, perché il linguaggio usato nelle sue opere è la fedele trasposizione di quello parlato in strada dalle classi sociali più basse, laddove altri autori del suo tempo, come Pascarella e Trilussa, utilizzavano già un dialetto abbastanza levigato, più tipico della classe medio-borghese.

La gran struzzione d’adesso

Nun c’è n’antro guvemo pe’ struzzione
ni in Francia, ni a Genzano e ni in Germagna.
L’Itaja, frater caro, è un mare magna
pe’ strui lì fij e daje adducazione.

Da sì a che manno Teta giù ‘n Parione.
me dice ar pupo mangia pe’ di magna!
Er monno gira!! Gira, eh che cuccagna?
allora no’ anneressimo a tastone? !…

Ciò quarantacinqu’anni, ecchime qua,
e mai, credete, mai sora Cammilla
certe ‘resie l’ho intese mentuvà!…

Je gira… bocca tiemme, la ricotta:
mo ce faranno beve qui, pe’ crilla!,
che la luna è ‘na fija de mignotta.

29 luglio 1879

Documentazione ripresa dalla raccolta curata da Valerio Sampieri

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