La Cucina nell’Antica Roma


Scopriamo insieme cosa mangiavano i nostri antenati ai tempi dell’Antica Roma.

Ci sono poche cose al mondo di cui si può essere certi. Il fatto che la cucina italiana sia deliziosa è una di quelle. Eppure a scavare nella storia scopriamo che molti ingredienti come il pomodoro, le patate, il pepe e tanti altri sono arrivati in terra nostrana solo di recente. Allora com’era la cucina italiana d’un tempo? Per esempio nell’Antica Roma?

Raggiungendo idealmente il periodo di Augusto, Roma era già un crocevia di navi mercantili e sede di molte botteghe. Lo sguardo dei mercanti dell’Antica Roma è rivolto soprattutto a Oriente da dove arrivano le spezie.
E’ l’atto di nascita della cultura del mangiare, visto che prima di allora, come ci ricorda Seneca, la specialità romana era il puls, una sorta di polenta di farro che si mangiava con pesce sotto sale.

Anatomia di un banchetto

Il banchetto romano, che i vecchi colossal ben dipingono mostrandoci i signori togati semi-sdraiati sui triclini, prevedeva ben sette portate (un po’ come i moderni matrimoni), da gustare quasi esclusivamente con le mani o con il cucchiaio.

Lo schema era abbastanza stabile: prima c’era la gustatio ossia l’antipasto, a seguire c’erano ben tre primi piatti e due portate di carne arrostita, infine si chiudeva con un dolce.

Già allora maiale e porchetta erano i padroni della tavola, con almeno una cinquantina di ricette che trattavano ogni parte dell’animale, anticipando la filosofia del quinto quarto.

Cucina nell'Antica Roma: un cesto di frutta, del pesce e del pollame compaiono in un antico mosaico

Seguivano poi “polli abbacchi e galline” per citare un noto stornello, mentre era ancora poco usata la carne di mucca. All’epoca mucche e buoi erano usati per il lavoro nei campi, perciò bisognerà aspettare ancora un po’ per la coda alla vaccinara.

Oltre agli animali da fattoria non mancavano gli uccelli alla brace come anatre oche, piccioni e colombacci e vi si aggiungeva la selvaggina. In particolare la carne di lepre era considerata pregiata e molto costosa.

Molto prima dei francesi, gli abitanti dell’Antica Roma mangiavano sia le rane che le lumache, queste ultime rimaste nella tradizione della festa di San Giovanni.

I Romani furono anche in qualche modo dei precursori del cibo spazzatura, inventarono infatti una buona quantità di salse caloriche con cui condire le pietanze. In testa c’era il garum, ottenuto dagli scarti di lavorazione del pesce fermentati con olio, vino aceto e pepe.

Insomma, una cucina che ha delle somiglianze a quella attuale, ma che forse non mangeremmo altrettanto volentieri. Continuate a seguirci per scoprire insieme come si è arrivati alla moderna cucina romanesca.

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