Dopo un anno il Mercato Centrale Roma, situato dentro la stazione Termini, si è rivelato un successo. Un volume di affari di 15 milioni di euro con oltre 2 milioni ingressi. Il progetto, nato da un’idea di Umberto Montano, si fonda sul ruolo delle botteghe e dei suoi artigiani
Un giro di affari di 15 milioni di euro, oltre 200 persone impiegate, 2 milioni di ingressi. Sono alcuni numeri del Mercato Centrale Roma che festeggia oggi il primo compleanno di vita (ha aperto i battenti a ottobre 2016) con una giornata di eventi: musica, performance artistiche, degustazioni.
Situato dentro la stazione Termini, 1900 mq di superficie con 500 posti a sedere, 20 botteghe tutte a vista al piano terra, dispensa e ristorante al primo piano, uno spazio per manifestazioni culturali ed eventi al secondo piano, il Mercato centrale Roma replica il fortunato primo esperimento fiorentino (nel 2016 circa 30 milioni di fatturato e 3 milioni di ingressi), nato il 23 aprile 2014.
Il progetto, nato da un’idea di Umberto Montano, presidente del Cda, si fonda sul ruolo delle botteghe e dei suoi artigiani. «Abbiamo selezionato artigiani capaci di coniugare cibo di qualità, affidabilità e capacità di rapportarsi al pubblico» dichiara Montano, che spiega così il progetto: «Il modo di vendere cibo nel mercato corre su un doppio binario: è possibile sia comprarlo e portarlo a casa che consumarlo sul posto. In questo mercato si fa la spesa, ma si mangia anche». Tutto il progetto si muove su un unico concept: «la bontà è elementare». La scelta fatta per il Mercato Centrale Roma punta perciò alla semplicità dei segni e dei contenuti.
Il progetto, nato da un’idea di Umberto Montano, presidente del Cda, si fonda sul ruolo delle botteghe e dei suoi artigiani. «Abbiamo selezionato artigiani capaci di coniugare cibo di qualità, affidabilità e capacità di rapportarsi al pubblico»
Fondamentale poi l’integrazione all’interno del quartiere. «Il mercato ha nel suo Dna l’organizzazione di eventi e dibattiti culturali – spiega ancora Montano – oltre a mettere a disposizione i propri spazi per promuovere l’arte contemporanea, integrando la propria attività commerciale con la vita culturale del territorio in cui è collocato». Il mercato si inserisce in una zona in piena fase di riqualificazione – il multietnico quartiere Esquilino – di cui luogo nevralgico è la stazione Termini, nella zona dell’ex dopo lavoro ferroviario. «Malgrado ciò – saggiunge Montano – l’80% dei frequentatori del mercato sono persone che abitano a Roma e ci vengono apposta. Solo il 20% è rappresentato da viaggiatori che ci passano per caso»
Articolo a cura di Andrea Gagliardi, continua a leggere su Il Sole 24 ore