Genius Loci: Via Tor di Nona


Mentre avanza il progetto del Distretto Artigianale di Tor di Nona, approfondiamo la sua storia

Si accinge a diventare il nuovo distretto artigianale di Roma, recuperando la sua vera vocazione, ma scopriamo un po’ di più sulla zona di Tor di Nona.

L’area prende il nome dall’omonima via, che percorre il Rione Ponte e deve il suo nome alla Torre Medivale di proprietà della potente famiglia Orsini.

La vicinanza al Tevere ne faceva un luogo strategico nell’ambito del sistema difensivo delle Mura Aureliane.

Inizialmente Via di Tor di Nona collegava Piazza di Ponte Sant’Angelo a Via di Monte Brianzo, ma le successive costruzioni hanno accorciato il suo percorso.

Tor di Nona in un dipinto dell'Ottocento

Per quanto riguarda la Torre, dal 1410 al 1655 è stata adibita a carcere, per poi scoprire un’inaspettata vocazione artistica nel 1669 grazie all’iniziativa dell’Arciconfraternita di San Gerolamo della Carità che la trasformò in un teatro.

Da questa svolta nella storia della zona, nasce il Teatro Tordinona realizzato da Carlo Fontana, divenuto il Teatro Apollo dopo la ricostruzione a seguito di un incendio.

Divenuta un centro culturale nel XIX secolo, la zona subì di radicali cambiamenti dopo l’Unità d’Italia e la costruzione degli argini del Tevere.

Il Teatro Apollo fu tra le vittime eccellenti di tali lavori, seguito da molte abitazioni e vicoletti caratteristici, distrutti dalle ristrutturazioni di epoca fascista.

L’opera di allargamento della strada rimase incompiuta e lasciò il grande palazzo all’angolo con Via dell’Arco di Parma deserto dopo gli sgomberi di regime.

Negli Anni Sessanta il palazzo venne occupato e si caratterizzò per i suoi murales, di cui rimane emblematico l’Asino che vola.

Dal 2003 l’edificio è stato nuovamente sgomberato, ma ora sembra che il luogo possa finalmente tornare a vivere grazie ai nuovi progetti del comune.

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