E se la nuova frontiera del design fosse l’artigianato?


I nomi dei designer artigiani finalisti del Loewe Foundation Craft Prize raccontano di un panorama internazionale in cui la manualità torna ad essere un ingrediente fondamentale del progetto

Nonostante la rivoluzione digitale, la manualità e la lavorazione artigianale rimangono due capisaldi del design e di un approccio multidisciplinare che coinvolge arte, architettura, design e tecnologia.

Il sociologo statunitense Richard Sennet nel 2008 pubblicò il libro The Craftsman, che rivalutava e promuoveva il saper fare bene le cose per il proprio piacere, con lo scopo di ricollegarsi idealmente ad uno stile di vita semplice, basato sulla collaborazione tra mente e mani, che nel passato ha portato alla creazione di lavorazioni uniche ottenute attraverso un intreccio di conoscenza materiale e capacità manuale. Un tema di cui avevamo già parlato in occasione della mostra di Homo Faber a Venezia.

La progressiva rivalutazione delle antiche pratiche artigianali, unita alle moderne tecniche di lavorazione, ha dato modo ad una serie di artisti-designer-artigiani di poter arrivare al grande pubblico, grazie anche ad alcune collaborazioni ed eventi internazionali.

La Maison di moda spagnola Loewe già dal 2016 promuove l’artigianalità con un riconoscimento che premia le eccellenze provenienti da tutto il mondo, il Loewe Foundation Craft Prize. Per Jonathan Anderson, Direttore Creativo del marchio e membro della giuria, «l’artigianato rappresenta l’essenza di Loewe. La nostra Maison è dedicata all’artigianato nella sua forma più pura. È qui che si trova la nostra modernità, ed essa avrà sempre un’importanza cruciale».

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