Da dove nasce il gelato?


E’ uno dei protagonisti dell’estate, il gelato artigianale. Ma da dove nasce? Grazie all’Istituto del Gelato e diverse altre fonti abbiamo tracciato una storia di questa delizia.

E’ praticamente impossibile capire chi fu il primo ad inventare il gelato, pensate che una sua forma primitiva compare perfino nella Bibbia. Sì, avete capito bene, nel libro della Genesi infatti pare che Isacco offra ad Abramo del latte di capra misto a neve.

Antichi romani a tavola in un affresco

Reperti tra gli scavi dell’antica città di Troia, hanno rivelato l’esistenza di cisterne dove veniva tenuta in fresco la neve e pare che misture di succo di frutta e neve fossero in voga anche nel caldo Egitto dei Faraoni.

A dire il vero forse questa bevanda fresca era più un’antenata del sorbetto o della granita, più che del gelato come lo conosciamo, ma ne pose comunque le basi. A Roma arrivò come molte altre abitudini dalla Grecia.

Qui divenne una prelibatezza per ricchi, seguendo una ricetta che ci arriva grazie a Plinio il Vecchio: una mistura di ghiaccio finemente tritato, miele e altro ghiaccio mischiato a succo di frutta.

Il Medioevo portò in disuso questa pratica in Occidente, ma la tradizione proseguì in Oriente, dove il mondò Arabo raccolse il testimone. Grazie a recipienti pieni di succo di frutta, poi immersi nel ghiaccio tritato si creava lo sherbet, da cui la parola sorbetto.

Sorbetto e Carapigna: il papà e la mamma  del gelato

Fu in questa forma che la tradizione tornò nel nostro Paese, più precisamente nella Sicilia saracena. Anche la Spagna Araba recepì la tradizione, che evolse nella Carapigna. Tale arte si conservò anche dopo la Reconquista e giunse fino alle coste della Sardegna, dove è ancora praticata.

La “Carapigna” è l’antenato più prossimo della granita, bianchissima e di solito al limone, prodotta grazie alla “carapignera”, un recipiente all’epoca in zinco, alluminio e rame stagnato, che veniva immerso in una tinozza piena di ghiaccio e sale.
Lo stadio successivo fu la granita siciliana, anch’essa legata a retaggi arabi e spagnoli.

La Carapigna sarda, antenato del gelato

Per il gelato come lo conosciamo però, dovremo attendere fino al Cinquecento, in particolare nella Firenze dei Medici, quando latte e uova entrarono nel mix grazie all’architetto Berardo Buontalenti.

I nuovi ingredienti davano al gelato la sua cremosità e la sua golosità attuale e presto dal Nuovo Mondo giunsero nuovi ingredienti quali il cacao.

Altro pioniere del gelato fu il Palermitano Francesco Procopio dei Coltelli, che nella Parigi del Re Sole aprì il Café Procope.

La prima gelateria in senso stretto nasce in America, ma su iniziativa di un italiano, Filippo Lenzi, nel XVIII secolo. Da allora le tecniche evolvono, ma la tradizione permane. L’avvento del gelato industriale negli Anni Cinquanta non mette in difficoltà il prodotto artigianale, ma anzi ne esalta le unicità.

Una golosità longeva

Oggi il gelato artigianale rimane il gelato per eccellenza e quello italiano in particolare, è visto con un occhio di riguardo all’estero. Pensate che nei paesi anglofoni esiste una distinzione tra l'”ice cream” e il “gelato“, dove quest’ultimo è considerato più intenso e cremoso.
Per trovare delle ottime gelaterie artigianali potete consultare la nostra sezione “Protagonisti“.

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