Come nasce un abito in 3d?


Il progetto di realizzazione di un abito interamente stampato in 3d nasce in seno al programma di Moda e Fashion Design “Sartoria Digitale, una nuova metodologia elaborata da DamA per coniugare la tradizionale cartamodellistica alle ultime novità tecnologiche della Manifattura 4.0. Il workflow che seguiamo parte dalla scansione 3d del corpo umano specifico (modello) per la successiva importazione in ambiente CAD, fino alla produzione reale, in questo caso tramite stampa 3d FDM. L’abito proposto è fatto di moduli disegnati in Grasshopper e stampati in 3d.

L’abito tridimensionale. Immagina ripresa dal portale DamaAcademy

L’iter progettuale è stato elaborato in varie fasi. La prima parte del workflow segue il programma canonico di Sartoria Digitale, come esplicato nei nostri corsi di formazione. All’origine di tutto c’è sempre la manualità e la creatività. Uno sketch, un figurino, un’idea che si disegna su carta. Subito dopo subentra la base dei successivi lavori: una figura umana tridimensionale che faccia da modello per la modellazione dell’abito in CAD. Tramite scansione 3d si ottiene infatti una copia precisa del modello umano, con le misure esatte di ogni parte del corpo. La scansione 3d viene poi importata in ambiente CAD. Su questo modello 3d il designer può realizzare l’abito su misura, assemblandolo direttamente sul corpo virtuale. Per fare questo lavoro si sceglie un’interfaccia software specifica, in base alle proprie esigenze.

All’origine di tutto c’è sempre la manualità e la creatività. Uno sketch, un figurino, un’idea che si disegna su carta. Subito dopo subentra la base dei successivi lavori

Qui abbiamo deviato dal percorso canonico che seguivamo nella Sartoria Digitale. Solitamente usiamo Optitex per realizzare abiti laserabili direttamente su tessuto. In questo caso, visto l’output differente, abbiamo utilizzato Grasshopper, il software per eccellenza del Design Computazionale e parametrico. Ci serviva infatti una modularità che garantisse una “maglia”, quello che permette di fatto la flessibilità e l’indossabilità di un abito stampato in 3d composto da moduli rigidi.

Il design dell’abito è ispirato alla ramificazione dei coralli e alla proliferazione degli organismi marini. Questo si è tradotto fondamentalmente in tre differenti parti: la maglia principale, le spalline, la gonna. La maglia è composta da moduli circolari tridimensionali e dalle forme organiche radiate. Spalline e gonna sono risultati di algoritmi generativi,  formule matematiche che, impostate le regole di base, danno origine ad una crescita automatica delle forme geometriche, in modo del tutto simile a come succede nella natura quando cresce un corallo oppure il ramo di una pianta. Il risultato sono intricate forme organiche dagli sviluppi lineari e molto complessi, difficilmente realizzabili a mano. Tutti i componenti dell’abito sono stati stampati in 3d con PLA nero, con stampanti 3d FDM di grandi dimensioni.

Continua a leggere su Dama.Academy

Condividi con:


Lascia un commento

Connect with:

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *