Chiude la storica merceria Liguori, 60 anni di artigianato a Piazza di Spagna


Siamo andati a trovare Ugo e Maria, i titolari della piccola bottega a pochi metri da piazza di Spagna. Il 31 gennaio sarà l’ultimo giorno di attività

Una vita trascorsa tra merletti, pizzi e bottoni di madreperla, “quelli veri”, ovviamente. Alla qualità Ugo e Maria non hanno mai rinunciato. Marito e moglie con due figli grandi e nipotini, coppia fissa anche sul lavoro, dicono addio dopo 60 anni a uno degli ultimi baluardi di artigianato rimasti nel cuore di Roma.

La merceria Liguori di via Belsiana chiude il bandone il 31 gennaio. Un pezzo di storia, commerciale e urbana, quasi immutata dagli anni ’70, man mano oscurata dalle insegne sfavillanti delle boutique di moda (piazza di Spagna è a pochi metri). Mancherà a tanti affezionati quel negozietto celebre non solo per l’eccellenza dei suoi prodotti.

“Le persone venivano qui e chiaccheravano, ci raccontavano della loro vita, problemi, aneddoti, è stato bello ascoltare e dare consigli. Non esistono più negozi dove succede questo”. Maria, 68 anni, ricorda i bei tempi trascorsi di là dal bancone di legno massello. Alle sue spalle un mobile imponente lungo quattro metri e mezzo e 102 cassetti, ognuno con la sua targhetta scritta a mano, scrigni preziosi di tessuti e filati di foggia oggi introvabile. “I sarti ormai non ci sono più, o almeno la sartoria di media grandezza e di qualità è morta negli ultimi anni. Le donne poi non si dedicano più al cucito. E’ un passatempo tramontato”. Tutto poi viene venduto a prezzo (e qualità) nettamente inferiore.

“Le persone venivano qui e chiaccheravano, ci raccontavano della loro vita, problemi, aneddoti, è stato bello ascoltare e dare consigli. Non esistono più negozi dove succede questo”

Insomma, un po’ la crisi del mestiere un po’ l’età che avanza, la cessione dell’attività era un finale già scritto. D’altronde loro, i merciai Liguori, hanno resistito fino al 2018. Un traguardo di cui andare fieri. “Cominciamo ad avere un po’ troppi acciacchi. Andiamo in pensione, faremo tutte quelle cose che non abbiamo mai avuto il tempo di fare”. La prima? “Il mare, vorrei svegliarmi la mattina e se mi va andare due ore al mare”. E allora la merce è tutta in vendita al 50 per cento, ed è caccia a un acquirente per la cassettiera ancora zipilla di rasi e velluti. Un pregiatissimo pezzo d’antiquariato contenitore di impagabili memorie.

“Prima qui sulla strada c’erano la polleria, il barbiere, il restauratore, il calzolaio”. Ugo ci mostra un vecchio scatto in bianco e nero di 40 anni fa. Via Belsiana era occupata su entrambi i lati dalle Fiat 600 dell’epoca. “Certo oggi la strada è tenuta molto meglio, è più curata”. Ma ormai lontana da quella piccola, affiatata, comunità di commercianti di una volta.”Non se ne va un pezzo di cuore, molto di più”. D’altronde i figli, Andrea e Cristina, si occupano d’altro, e rilanciare l’attività, per quanto possibile di questi tempi, non era nei progetti familiari.

Resta un mondo di storie e passione da tramandare nei racconti, magari ai nipotini. Al posto dei due appassionati artigiani arriverà un nuovo negozio di intimo. “Sono ragazzi giovani, hanno una loro linea di prodotti”. Ugo e Maria passeranno presto il testimone. Ma il sorriso e la voglia di scherzare non se ne vanno: “Chissà, potremmo chiedergli di mantenere un angolo di merceria”.

Articolo pubblicato da Ginevra Nozzoli su RomaToday

Condividi con:


Lascia un commento

Connect with:

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *