Il Carnevale di Ronciglione tra storia ed antropologia


Il Carnevale di Ronciglione è tra i più antichi del centro Italia e costituisce la principale manifestazione del paese. La tradizione ronciglionese trae ispirazione dal carnevale romano rinascimentale e barocco. Consuetudine che tuttora si ripete con elementi e cerimonie in parte immutate per secoli.

Sfilate di carri, gruppi mascherati, veglioni e degustazioni di dolci tipici allietano ogni anno residenti e turisti in visita alle cittadine della Tuscia. Il Carnevale di Ronciglione, in particolare, è tra i più antichi del centro Italia e costituisce la principale manifestazione del paese. La tradizione ronciglionese trae ispirazione dal carnevale romano rinascimentale e barocco. Consuetudine che tuttora si ripete con elementi e cerimonie in parte immutate per secoli.

Tanti gli appuntamenti previsti per l’occasione, i più significativi si concentrano nei giorni che precedono la Quaresima: il Giovedì Grasso al suono del “Campanone” ha inizio la festa. La Banda Cittadina, Majorette, gruppi mascherati e parata storica degli Ussari annunciano l’arrivo di Re Carnevale, a cui il Sindaco affida le chiavi della città. Seguono la sfilata dei bambini e il Saltarello in piazza. La “cavalcata degli Ussari” rievoca un avvenimento accaduto durante il dominio francese, quando il capitano degli Ussari, in servizio a Ronciglione, sfilò più volte per conquistare la donna di cui si era innamorato.

Il Carnevale di Ronciglione è uno dei più importanti d’Italia

Per anni il sabato hanno avuto luogo le “Corse a vuoto”, corse di cavalli senza fantino, in cui gareggiano 18 cavalli di 9 scuderie; usanza che trova riscontro negli Statuti Farnesiani del XVI secolo. La domenica è la volta del Corso di Gala, con sfilate di carri allegorici, gruppi mascherati e accompagnamenti musicali.

Protagonisti del lunedì sono invece i cosiddetti “Nasi Rossi”, che, sfilando per le vie del paese ed intonando un inno al vino, rincorrono gli spettatori, si arrampicano sui balconi, entrano nelle case, costringendo i presenti ad assaggiare maccheroni al sugo contenuti in recipienti a forma di vaso da notte. La maschera del Naso Rosso, contemporanea a quella Pulcinella ed Arlecchino, è composta da una camicia da notte bianca, un berretto, un naso color ciliegia ed un forchettone di legno. La finalità naturalmente è quella dell’intrattenimento mediante lo scherzo e la satira

Il Martedì Grasso proseguono i festeggiamenti e la sera, nel corso di una lunga cerimonia, si dà morte al Carnevale con musica, saltarello e balli in maschera. La tradizione vuole che sia la Compagnia della Penitenza a catturare Re Carnevale; il pupazzo, incendiato e cremato, accompagnato da un corteo funebre di maschere piangenti e appeso ad una mongolfiera, s’innalza in cielo, lasciando il desiderio e l’attesa del suo ritorno l’anno successivo.

Fonte: NewTuscia

Condividi con:


Lascia un commento

Connect with:

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *