Antiche tecniche di lavorazione dell’oro


Sono due le tecniche principali di lavorazione dell’oro. La filigrana e la granulazione. L’oro è un metallo che può essere ridotto in fili sottilissimi. Un solo grammo d’oro può svilupparsi con le tecniche di oggi in un filo sottile lungo due chilometri e mezzo. Questi fili venivano saldati su lamine dello stesso metallo nel disegno artistico voluto dall’orefice.

L’altra tecnica è quella della granulazione. Si trattava di ottenere delle perfette piccole sfere di oro facendo scaldare alla temperatura dovuta piccole scagliette dello stesso metallo miste a polvere di carbone. Terminata l’operazione si lavava il tutto con acqua che raffreddava l’oro e portava via il carbone. Queste piccole sferette venivano poi saldate alla lamina d’oro di supporto con una lega a fusione più bassa tipo oro e argento. Di questa tecnica molto antica ci giungono testimonianze dalla Mesopotania e gli Etruschi ne fecero largo uso.

Al Museo Etrusco di Firenze, c’è una raccolta di gioielli considerevole e unica al mondo. Gli Etruschi al contrario dei Romani avevano una concezione particolare, religiosa, sulla vita oltre la morte. I Romani raramente portavano nella propria tomba testimonianze simili. Solo in presenza di giovani morti in tenera età, si sentiva questo trasporto, per evitare gelosamente che altri usassero quei piccoli gioielli o giocattoli tipo bambole e i gioielli delle bambole che erano stati i primi oggetti di divertimento dell’infante deceduto.

Nel mondo romano occidentale, salvo qualche raro ritrovamento di qualche piccolo tesoro nascosto alle incursioni barbariche, si possono avere testimonianze da affreschi, mosaici, bassorilievi, statue per cui si può con buona precisione stabilire il tipo, la fattezza e la tecnica di lavorazione di diversi gioielli. Una eccezione a quello che abbiamo detto è stata l’eruzione del Vesuvio nell’agosto del 79 d.C. che ha sepolto di cenere e lapilli Pompei, Ercolano e Stabia, i conseguenti ritrovamenti in scavi non lontani di un’innumerevole oggettistica ovviamente comprensiva di svariati gioielli.

L’oro veniva estratto in Egitto (per parecchio tempo fonte di approvvigionamento) in Spagna, in Dalmazia, nel Norico in Britannia, in Piemonte e nel Veneto. Le miniere d’oro della Grecia erano state sfruttate in precedenza per cui abbandonate. Negli anni dell’impero questo prezioso metallo veniva importato anche dall’Arabia, dall’India, e dalla Siberia. Seneca disprezzava apertamente chi indossava anelli in ogni dito delle mani; Marziale, uno scrittore divertente e pungente spagnolo, diceva di Carino che ostentava giorno e notte anelli su tutte le dita delle mani perché non aveva una cassaforte per custodirli.

Documentazione ripresa da gatc.it

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