Angelo Mai, il grido di dolore del teatro e una lettera alla Raggi: “Sfratto all’arte” 1


Attesa per la sentenza che può respingere la sospensiva per lo spazio alle Terme di Caracalla. Il collettivo: “Cultura maltrattata, promesse disattese”. Il collettivo scrive una lettera indirizzata all’amministrazione capitolina e al sindaco Virginia Raggi

“Cos’altro possiamo fare per agire la cultura nella capitale del Paese e smetterla di veder sigillare con una fiamma ossidrica le porte del nostro amato teatro e di tanti altri? “.

Nella Roma desertificata dalla crisi, all’inizio di una campagna di sgomberi fortemente voluta dal Viminale a trazione leghista, gli spazi sociali della città (teatri, associazioni, scuole popolari e tutte quelle realtà finite all’interno della delibera 140 approvata dalla giunta Marino) tornano nuovamente a rischio sfratto.

“Cos’altro possiamo fare per vivere semplicemente una vita da operatori culturali dentro a quel teatro e dentro la città che amiamo? ” , chiedono in una lettera- appello gli artisti del collettivo Angelo Mai, lo spazio sociale all’interno del parco di San Sebastiano che da anni è uno dei più avanzati presidi culturali della città.

Vincitore di premi (l’Ubu Franco Quadri), officina per musicisti e attori ( dagli Aftherhours a Marcello Fonte, protagonista di Dogman), l’ex bocciofila assegnata ( ma mai concessa formalmente) dal sindaco Walter Veltroni a un gruppo di teatranti dopo l’occupazione dell’Angelo Mai di Monti, a maggio era finito nuovamente sotto sfratto, con un blitz della polizia municipale su ordine del Dipartimento Patrimonio del Campidoglio.

Lo sgombero di maggio

Quello sgombero fu sventato dall’intervento del vicesindaco Luca Bergamo che si impegnò ad approvare un regolamento per normare ( e mettere in salvo) l’Angelo Mai e le tante realtà simili che svolgono una funzione ” sociale”. Quel regolamento, però, anticipato da una mozione in assemblea capitolina (mai arrivata al voto finale), non ha ancora visto la luce, imbrigliato da una spaccatura all’interno della maggioranza tra chi, come l’assessore al Patrimonio Rosalba Castiglione, vuole procedere con gli sgomberi e chi, come il vicesindaco Bergamo, punta a valutare caso per caso.

La decisione del Consiglio di Stato

Ora, però, ( è il timore dell’Angelo Mai) in mancanza di quel regolamento, il Consiglio di Stato che si riunisce oggi potrebbe replicare la sentenza del Tar di fine maggio e bocciare la richiesta di sospensiva dello sfratto avanzata dal collettivo di artisti. Da qui nasce l’appello lanciato ieri alla città che ripercorre la storia di quel luogo: consegnato in condizioni pessime, quell’ex bocciofila ” ora è una vera sala teatrale, dotata di tutto ciò che serve alla creazione contemporanea ” , scrivono gli artisti che rivendicano di aver collaborator ” con le principali istituzioni culturali della città: il Teatro di Roma e il Palaexpo “.

“Ma al contempo – proseguono – siamo stati ” accolti” varie volte dalla polizia, sgomberati, indagati, perquisiti nelle nostre case per reati molto gravi e poi regolarmente scagionati”. Da qui la domanda: “Perché continuamente vivere in una condizione di precarietà e paura? Perché, come accadrebbe ed è accaduto in diverse capitali e città europee questa esperienza non viene né valorizzata né riconosciuta ma invece puntualmente vessata”.

Qui trovate la lettera integrale pubblicata dal collettivo dell’Angelo Mai

Fonte: La Repubblica

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