Roma, stop a minimarket e negozi-suk: il nuovo regolamento verso l’approvazione


E’ arrivato in Assemblea Capitolina il regolamento per l’esercizio delle attività commerciali e artigianali nel centro storico di Roma che disciplina la tutela del centro storico e dei rioni ricadenti nel sito Unesco, con norme restrittive per le aperture di attività alimentari e la tipologia degli esercizi commerciali autorizzati

La delibera, che sarà approvata in serata, non consentirà nuove attività diverse da quelle tutelate e vieterà le aperture di lavanderie self-service, vendita con apparecchi automatici, compro-oro, centri massaggi e friggitorie nel cuore del territorio riconosciuto patrimonio Unesco.

Inoltre, per tre anni a partire dall’entrata in vigore del regolamento, ci sarà il divieto di apertura per tutte le tipologie del settore alimentare. “Il centro storico di Roma è stato iscritto nel patrimonio mondiale dell’Unesco 38 anni fa ed è tra i siti Unesco più grandi al mondo. Quella di oggi è una giornata molto importante, che arriva a termine di un lungo studio e lavoro – ha spiegato l’assessore al Commercio e Turismo di Roma, Adriano Meloni -. Con il nuovo regolamento delle attività nel centro storico della città intendiamo dare risposte forti e per realizzarlo abbiamo seguito la regola fondamentale della partecipazione. Introduciamo nuove regole a tutela del decoro e della qualità del commercio nel centro storico di Roma”.

Qualità e decoro nelle aree interessate si tradurranno da oggi in una decisa stretta sulla proliferazione di minimarket e una particolare attenzione alla qualità dei prodotti posti in vendita. Quindi “stop all’espansione incontrollata dei minimarket, che non rappresentano qualità del prodotto, e che hanno trasformato il volto della città – ha sottolineato Meloni -. Non vogliamo negozi suk nel centro di Roma, non vogliamo vetrine di cattivo gusto con insegne luminose al led e niente merce esposta all’esterno” ma “laboratori artigianali, librerie e cartolibrerie, laboratori d’arte, atelier e negozi di alta moda, negozi storici che esprimono l’eccellenza del made in Rome e che offrono prodotti di alta qualità e unici nel loro genere. I negozi storici sopravvivono se questa città cresce nel turismo di qualità. I numeri ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta”.

Il provvedimento, che ha recepito le osservazioni dei municipi, distingue fra periferia della città storica, ambito intermedio e cuore del sito Unesco, prevedendo per gli esercenti misure via via più stringenti a seconda della zona. Per l’ambito intermedio, le norme stabiliscono lo stop a negozi-suk come pure ad attività commerciali e insegne non consone al contesto di pregio urbanistico e, nello specifico, vale il divieto di aprire friggitorie, carrozzerie e autofficine, sexy shop, autolavaggi, hard e soft discount, sale con videogiochi e biliardi, attività di commercio all’ingrosso con o senza deposito merci e magazzini.

Non vogliamo negozi suk nel centro di Roma, non vogliamo vetrine di cattivo gusto con insegne luminose al led e niente merce esposta all’esterno” ma “laboratori artigianali, librerie e cartolibrerie, laboratori d’arte, atelier e negozi di alta moda, negozi storici che esprimono l’eccellenza del made in Rome e che offrono prodotti di alta qualità e unici nel loro genere

Più tutela al contempo è prevista per le attività ad alto valore storico o artigianale o per i punti vendita dei prodotti del commercio equo-solidale, ecologici e biologici, o per ciclofficine, parafarmacie, tessuti, filati, ferramenta. Rientrano in quest’elenco gli esercizi di ‘vicinato alimentare’ fino ai 250 metri quadri e i laboratori artigianali del settore alimentare, a condizione che non consentano il consumo sul posto degli alimenti venduti o preparati. Tutti ‘negozi storici’, simbolo dell’eccellenza del made in Rome.

Nell’area, cosiddetta periferica, tenuto conto della necessità di agevolare investimenti e occupazione, viene normato il consumo sul posto di alimenti e bevande, secondo le leggi nazionali di settore: gli esercizi di vendita e artigianali del comparto alimentare non potranno destinare uno spazio interno per il consumo sul posto superiore al 25% della superficie di vendita o di produzione, dovranno utilizzare arredi minimali, non potranno prevedere servizio al tavolo. Il tutto con l’obiettivo di impedire che queste attività si trasformino, di fatto, in esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.

“Con il decreto Bersani del ’98 si liberalizzò il commercio ma purtroppo quel decreto non ha centrato alcuni obiettivi fondamentali – ha aggiunto Meloni -. A valle del decreto Bersani si sono susseguiti diversi regolamenti per il commercio nella città storica che non hanno avuto grande impatto sul commercio di qualità. Dal 2009 c’è stato un vuoto da parte del Comune e gli effetti di questa inerzia sono davanti agli occhi di tutti”.

“Ai cittadini dobbiamo risposte, questo regolamento è la risposta alle loro denunce su quanto è diventato o rischia di diventare il centro di Roma, un divertificio con attività di scarsa qualità e di breve vita. Era nostro dovere rispondere in maniera precisa”, ha concluso l’assessore al Commercio dopo aver ringraziato, tra gli altri, “la commissione commercio e il suo presidente Andrea Coia, le associazioni di categoria con cui abbiamo avuto un rapporto franco e aperto, i cittadini e i rappresentanti del centro storico”.

Il regolamento non è stato accolto favorevolmente dai dem perché “L’obiettivo di bloccare le nuove attività di alimentari all’interno del sito Unesco viene svilita dal fatto che non si interviene su librerie, gallerie d’arte e circoli che fanno anche food – ha spiegato il consigliere capitolino del Pd Orlando Corsetti -. Sui souvenir ci si limita a vietare quelli contrari alla pubblica decenza, invece di bloccare in toto le cineserie. I quartieri come San Lorenzo, Pigneto e Ponte Milvio, nonostante gli indici di saturazione lo permettessero, vengono esclusi dal blocco dei tre anni”. Al momento l’Aula Giulio Cesare sta discutendo e votando gli emendamenti, circa una cinquantina.

Fonte: Roma Repubblica

Condividi con:


Lascia un commento

Connect with:

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *