re/ENCHANTING ROME: i souvenir che raccontano la storia di Roma


Il progetto nasce nel 2016 per valorizzare il patrimonio culturale romano attraverso l’oggetto “souvenir”, reinterpretato da artisti, artigiani e designer. Una sorta di talismano che racchiude i simboli e le storie della città

Se qualche tempo fa vi abbiamo parlato, in modo scanzonato e goliardico, della nuova linea di gadget museali realizzati da Maurizio Cattelan per i bookshop di musei di tutto il mondo, oggi torniamo a parlarvi nuovamente dei “ricordini” che chiunque di noi acquista durante un viaggio o la visita a un luogo particolare, in ricordo – appunto – di quel passaggio.

E se i souvenir, anziché essere soltanto memoria di un’esperienza, fossero anche un modo per ritrovare e rinsaldare l’identità culturale di una città e dei suoi abitanti, potrebbero essere considerati veri e propri oggetti artistici e non semplici gadget turistici? È quanto accade da poco più di un anno a Roma, con il progetto re/ENCHANTING ROME Souvenir urbani.

IL PROGETTO

Nato nel 2016 da un’idea di Anna Paola Di Risiore/ENCHANTING ROME è un progetto nato con lo scopo di valorizzare il patrimonio storico, culturale e intellettuale di Roma attraverso l’intervento di artisti e artigiani a cui viene chiesto di realizzare un souvenir che evochi Roma, identificando di volta in volta uno stile, un oggetto, una narrazione che rimandasse all’Urbe, attraverso un legame identitario di appartenenza. 

Il modo in cui oggi viene raccontata la città – da un lato i fasti di un glorioso passato e dall’altro i contemporanei fatti di cronaca e di politica – hanno portato l’esigenza di tentare di ricostruire il rapporto di fiducia e il legame identitario tra la città e i suoi abitanti, e ho pensato che l’oggetto souvenir potesse prestarsi a ricostruire questa appartenenza al patrimonio comune

Provengo dal campo delle politiche di sviluppo urbane, per anni ho collaborato con istituzioni di governo a livello centrale o locale e da tempo desideravo cimentarmi nella realizzazione di una piccola politica di sviluppo dal basso di tipo imprenditoriale e non istituzionale”, racconta ad Artribune Anna Paola Di Risio. “Dopo l’esperienza di lavoro come consulente per il Comune di Roma, ho iniziato a fare alcune riflessioni sulla città. Il modo in cui oggi viene raccontata la città – da un lato i fasti di un glorioso passato e dall’altro i contemporanei fatti di cronaca e di politica – hanno portato l’esigenza di tentare di ricostruire il rapporto di fiducia e il legame identitario tra la città e i suoi abitanti, e ho pensato che l’oggetto souvenir potesse prestarsi a ricostruire questa appartenenza al patrimonio comune.

Re/ENCHANTING ROME significa “reincantare Roma”, ovvero restituire alla città la dimensione dell’incanto, l’immagine di una bellezza generosa e nascosta, che ha radici nella lunga storia urbana e può ancora dispiegarsi nel presente di Roma metropolitana.

GLI ARTISTI COINVOLTI E I PIANI FUTURI

Antica Stamperia Ferranti di Luigi Ferranti, Antonio Basile, Desideria Burgio, Massimo Catalani, Andrea Cerquiglini, Paola Chx, Stefano Corso, Simona D’Ammassa, Laura Federici, Myriam B, Officine Adda di Francesca Maffucci, Andrea Pinchi, Giulio Rizzola e Cristina Serafini Sauli sono gli artisti, artigiani e designer coinvolti finora nel progetto e a cui è stato chiesto di realizzare i “souvenir urbani”, ovvero oggetti ispirati dall’incanto delle narrazioni e dei luoghi più suggestivi della città: gioielli e accessori preziosi da indossare, una sorta di “talismani” che legano chi li indossa alla cultura, alla storia o alla leggenda che quell’oggetto richiama: le oche del Campidoglio o la lupa con Romolo e Remo, i grandi monumenti da portare al dito, come il Colosseo, o al collo, come San Pietro, o Piazza Vittorio in una borsetta, solo per fare qualche esempio.

Articolo a cura di Desirée Maida continua a leggere su Art Tribune

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