Metallo, cera e cesello: nella “fabbrica delle monete” si impara l’arte della medaglia


Al secondo piano dell’antica Zecca dello Stato, ormai in disuso, nel quartiere Esquilino a Roma, è ancora attivo il laboratorio della Scuola dell’arte della Medaglia. Qui arrivano studenti fin dalla Cina e dal Giappone per apprendere l’arte del metallo

Al secondo piano dell’antica Zecca dello Stato, ormai in disuso, nel quartiere Esquilino a Roma, risuona lo sbalzo, lavora il cesello, si sprigiona odore di cera.

I laboratori della Scuola dell’arte della Medaglia sono in attività da oltre un secolo e attraggono studenti fin dalla Cina e dal Giappone per apprendere le arti del metallo.

Sono uscite da queste stanze le medaglie dei Mondiali di nuoto del 2009 e la medaglia ufficiale del Giubileo del 2000, ma anche grandi progetti come la statua di Marco Aurelio esposta al centro della piazza del Campidoglio, riprodotta con tecniche all’avanguardia.

“Incidiamo ancora come nell’Ottocento ma usiamo anche le stampanti 3D. Uniamo antiche tecniche e alta tecnologia”, spiega la responsabile della scuola, Rosa Maria Villani, alla presentazione del concorso di idee dell’Istituto poligrafico e della Zecca dello Stato per riprogettare l’edificio di via Principe Umberto.

Sono uscite da queste stanze le medaglie dei Mondiali di nuoto del 2009 e la medaglia ufficiale del Giubileo del 2000, ma anche grandi progetti come la statua di Marco Aurelio esposta al centro della piazza del Campidoglio

Il palazzo continuerà a ospitare la scuola, in un atelier più moderno, oltre a un museo numismatico e filatelico, uno spazio per esposizioni temporanee, una biblioteca, una caffetteria e laboratori artistico-artigianali per i diplomati della scuola.

Al termine di tre anni di lezioni a tempo pieno, dalle 8.30 di mattina alle 7 di sera, gli studenti diventano maestri delle arti del metallo e della modellazione. In molti trovano poi lavoro nell’oreficeria o in campi inaspettati come la computer grafica o addirittura il mondo del cinema, dove vengono impiegati, per esempio, per modellare le maschere.

Fonte: Repubblica.it / Foto di Francesco Foti Agf

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