Falegname


falegnameArtigiano – o anche meglio: artefice e qualche volta: artista – che lavorava il legno. Polidoro Virgilio afferma (1587) che “quantunque di quest’arte dei falegnami, e degli strumenti di essa, se ne ritrovino da cavare altre cose d’altri luoghi, io ne attribuirei… l’invenzione più tosto agli Ebrei”. La Confraternita dell’Arte dei Falegnami sorse a Roma nel 1540 ed era dedicata a S. Giuseppe, che era il protettore non soltanto dei falegnami ma anche di tutte le arti connesse con la lavorazione ed il commercio del legno. Quali sono – secondo Tomasi Garzoni (1589) – le azioni del falegname? Sono il segnare, il tagliare, squadrare, dolare, drizzare, tagliare i nodi, piallare, disgrossare, pulire, segare, volgere, commettere, incastrare, incolorare, soppressare, forare, metter regoli, conficcare, incavare e simili altre cose.

Artefici di gran valore del legno si possono forse ancora trovare in qualche paesetto di provincia. A Manziana, nei pressi di Bracciano, in provincia di Roma, Cesare e Domenico Ceci hanno realizzato lavori di pregio con abilità e passione antica. “Erano (1920) le braccia degli operai che allora lavoravano – ricorda, quasi con nostalgia, Cesare Ceci – e non le macchine. Il legname che si usava era prevalentemente castagno e noce locale”. La falegnameria, a Manziana, fu aperta nel 1850 dal nonno di Cesare Ceci, Domenico, che vi si era trasferito da Frosinone. In quel laboratorio seguirono i due figli Giovanni ed Emanuele; da quest’ultimo nacquero Cesare e Domenico. Ricorda Cesare Ceci che nel 1919, a dieci anni di età, univa lo studio a scuola l’attività di giovane falegname; non come passatempo ma come lavoro vero e proprio, per quello che riusciva a fare: cavicchi, zeppette ed altre piccole cose. Emanuele Ceci, il padre, morì nel 1928 ed allora Cesare e Domenico si impegnarono a fondo nel laboratorio realizzando, tra l’altro, lavori importanti alla Vasca navale, a Roma, ed al Palazzo di Don Saverio Patrizi, al Sasso, un antico possedimento tra Bracciano e il mare dove Cesare – incapace di cavalcare un somaro – spesso andava e tornava a piedi da Manziana, percorrendo circa 14 chilometri in un giorno.

Cesare e Domenico Ceci hanno lavorato in ottima armonia nel grande locale odoroso di legno per le tavole che vi erano conservate e che vi venivano lavorate. Essi si sono dedicati al loro lavoro con passione antica, con saggia intelligenza, e con armonica fantasia, tanto da far pensare che non lavoravano solo per il guadagno ma per il piacere di produrre oggetti nuovi e belli, siano persiane o armadi. Sono venuti fuori lavori significativi, come la Cappella interamente di legno Douglas del Cottolengo di Roma (ideata dal Prof. Del Bufalo), quella del Cottolengo di Manziana, i lavori nella Parrocchia di Santa Marcella sull’Aventino, a Roma; una splendida e monumentale libreria (con un caminetto inserito) nel Palazzo Tittoni, a Manziana, ed infine i lavori compiuti nella Villa Nazareth, per studenti stranieri, alla Pisana, a Roma.

Documentazione ripresa da Antichi mestieri di Roma: un viaggio affascinante nel cuore della città tra artigiani, botteghe e venditori ambulanti alla riscoperta di curiosità, segreti e ambienti caratteristici di una vita urbana in gran parte scomparsa, Mario La Stella, Roma, Newton Compton, 1982

Ente fornitore delle immaginini: INDIRE-Patrimonio fotografico e Archivi dei progetti

Per approfondire:

http://myqualitaly.it/il-falegname-un-mestiere-antico/

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