Disabilità: la storia di Lorenzo, che va in bici grazie agli artigiani digitali


La riabilitazione per bambini colpiti da patologie neurologiche complesse passa anche dalla tecnologia. Dai maker. Tra loro la Fondazione Tog (Togheter To Go), che mette a disposizione dei piccoli malati un centro di recupero specializzato e OpenDot, un FabLab con progettisti. “I bisogni dei piccoli malati sono così specifici che serve intervenire e adattare gli oggetti ad ogni singolo caso”

“All’inizio mamma e papà non avevano capito. Avevo indicato sul mio quaderno il simbolo della bici, ma loro credevano che volessi andare a fare un giro. Invece la volevo come regalo”. Lorenzo ha 7 anni, è affetto da una patologia neurologica e ha seri problemi motori. Ha fatto di tutto per comunicare ai suoi genitori la volontà di uscire, pedalare, andare in bici con gli amici. “Quando l’hanno capito mi hanno abbracciato e mi hanno detto che era un’idea bellissima”.

Cercare una bici speciale, però, non è stato facile. “Un giorno ne ho provata una, ma costava quanto una macchina. I miei genitori, molto dispiaciuti, mi hanno detto che non era possibile comprarla”. La soluzione arriva grazie all’incontro con Tog e OpenDot, dove, “se ho capito bene, c’è un laboratorio dove inventano e poi costruiscono oggetti. Lì hanno iniziato a pensare alla mia bici

La riabilitazione per bambini colpiti da patologie neurologiche complesse passa anche da qui: dalla tecnologia. Dai maker. Dagli “artigiani digitali”. A Milano da tempo ci pensano la Fondazione Tog (Togheter To Go), che mette a disposizione dei piccoli malati (come Lorenzo) un centro di recupero specializzato. Passando per OpenDot, un FabLab con progettisti, creatori, artigiani digitali, dove vengono messi a punto ausili su misura, economici, ed ergonomici sviluppati insieme alle famiglie, ai bambini, ai medici e ai professionisti del settore.

Quando è arrivato il giorno del suo 7° compleanno il piccolo Lorenzo, in lacrime, è salito finalmente sulla sua bici: “Era felicissimo”.

“Opendot nasce dalla volontà di creare un laboratorio aperto, in cui le tecnologie diventassero accessibili a tutti e le aziende potessero avvicinarsi e capire le potenzialità della coprogettazione e dell’open innovation”, racconta il coordinatore, Enrico Bassi. Il laboratorio è nato nel 2014 e da allora collabora con aziende, università, piccole realtà artigiane o grandi imprese. Tutto in nome della fabbricazione digitale e prototipazione agile.

Nel 2014 arriva l’incontro con la Fondazione Tog. “Ci hanno mostrato gli spazi in cui fanno terapie, le varie sale, le stampantida usare per cambiare il modo in cui gli ausili per i bambini venivano prodotti”, racconta Enrico. Un giorno Antonia NojaSegretario Generale di Tog, racconta ad Enrico e ai responsabili di OpenDot la storia di Lorenzo, dei suoi genitori e della sua bici tutta speciale. È lì che inizia la missione: “Doveva essere una sorpresa, doveva essere pronta per il suo compleanno”, ricorda Enrico. Così si sono ridotti i tempi di sviluppo e produzione, dall’incontro con i terapisti di Tog per definire le dimensioni, fino all’assemblaggio. Quando è arrivato il giorno del suo 7° compleanno il piccolo Lorenzo, in lacrime, è salito finalmente sulla sua bici: “Era felicissimo”.

Articolo a cura di Raffele Nappi, continua a leggere su Il Fatto Quotidiano

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