Culture à Porter: artigianato solidale


Culture à Porter è un progetto nato per permettere la sopravvivenza e lo sviluppo delle tradizioni artigianali di comunità isolate in paesi dell’Africa, dell’Asia e del Sud America.

I prodotti (bijoux e accessori) realizzati dalle e dagli artigiani vengono venduti su piattaforme globali; in questo modo non solo le tradizioni culturali e manuali si tramandano di generazione in generazione senza venire dimenticate, ma le comunità possono prosperare economicamente e socialmente.

Quando compriamo handmade, supportiamo qualcuno, a volte una persona, a volte, come in questo caso, un gruppo, che vive della propria creatività e, se c’è inoltre attenzione alle materie prime utilizzate, sosteniamo un circolo ancora più virtuoso. L’attenzione ai materiali, in questo caso, è ben presente: il sito ufficiale di Culture à Porter informa che tutti i manufatti sono realizzati con materiali biodegradabili e riciclati.

L’idea alla radice di Culture à Porter nasce nel 2012, nella mente di Arturo Vittori, artista, architetto e designer industriale, durante un viaggio in Etiopia.

Vittori decide, dopo aver visitato altre mete in Asia e Sud America, di dedicarsi a un progetto che aiuti a cambiare la percezione stereotipata che molti hanno dei popoli che abitano i paesi in via di sviluppo: vuole mostrare che sono ricchi di cultura e possono creare oggetti eleganti e sofisticati. Allo stesso tempo, pragmaticamente, Vittori si rende conto che vendendo questi oggetti, queste popolazioni potranno affrontare i gravi problemi legati all’indigenza.

Nel 2016, ad Haiti, Vittori dà finalmente il via al progetto: i progetti handmade sono tutti pezzi unici che nascono ibridando design e tradizione.

Articolo a cura della redazione di IoDonna,it

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